Pinar Selek

Bio


Nata a Istambul nel 1971, si è laureata con onoreficenze presso il Dipartimento di Sociologia dell’Università Mimar Sinan. Nel 1996, viene pubblicata da Belge Publishing la sua traduzione-selezione Ya Basta-Artık Yeter, dedicata ai movimenti indigeni del Messico. I risultati accademici di Pınar Selek sono conseguenza di un atteggiamento appassionato e una visione idealistica, che la vede in prima linea in molte lotte politiche e sociali. Istituisce insieme ai ragazzi di strada e travestiti su cui aveva scritto per la sua tesi di master (Maskeler, Süvariler, Gacılar-Ülker Sokak: Bir Dışlanma Mekânı [Maschere, Cavalieri, Gacias, via Ülker:  un luogo di emarginazione] 2001, Aykırı Publishing,) il Laboratorio degli Artisti della Strada.
Nel 2001 è stata fra le fondatrici della Cooperativa di donne Amargi, e dal 2006 lavora come editrice e coordinatrice della rivista femminista che porta lo stesso nome. È anche co-fondatrice della prima libreria femminista della Turchia, dove, ha coordinato il gruppo di lettura e di scrittura “Quali porte aprono le nostre esperienze ?”.
A causa del suo supporto alla causa Curda, è arrestata con l’accusa di terrorismo. Trascorre due anni e mezzo in prigione, in cui viene ripetutamente torturata, e altri 11 anni nelle aule dei tribunali. Durante quel duro periodo ha scritto Barışamadık [non siamo riusciti a riconciliarci] sulle numerose lotte della Turchia moderna per raggiungere una pace permanente (2004, Ithaki Publishing) e Sürüne Sürüne Erkeklik [una vita da cani: mascolinità] (2008, İletişim Publishing) sulla virilità nel contesto delle esperienze di servizio militare. Inoltre ha anche scritto un libro di racconti: Su Damlası [Goccia di acqua], (2008, Özyürek Publishing).
Ha partecipato a numerose conferenze e seminari su sessualità,  militarismo, violenza, ecologia, mass-media, ragazzi di strada e gruppi socialmente emarginati. Ha pubblicato articoli su questi temi in diversi giornali, periodici e riviste scientifiche.
Esule in Francia, insegna attualmente presso il dipartimento di Scienze Politiche dell’Université Nice Sophia Antipolis. Il suo romanzo autobiografico “La Casa sul Bosforo” è stato tradotto in italiano per i tipi di Fandango nel 2018.